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Benessere su Misura: la Visione di Irina Siridova per l'Esperienza SPA

In questa intervista, Irina Siridova di Blue Rakun racconta il suo approccio alla progettazione di SPA e spazi wellness, dove architettura, materiali, luce e acqua si combinano per creare esperienze immersive che stimolano i sensi, favoriscono l’equilibrio interiore e lasciano un’impressione emotiva duratura.

Irina, come hai iniziato a occuparti della progettazione di SPA e spazi wellness?

Il mio percorso nella progettazione di spazi wellness è iniziato dalla fascinazione per il modo in cui lo spazio influenza una persona, il suo stato d’animo, le sue emozioni, persino le sue abitudini. A un certo punto ho capito che il design poteva andare oltre l’estetica e la funzionalità: poteva diventare una vera forma di cura.
Un capitolo decisivo è stato il mio lavoro con un’azienda austriaca, all’epoca leader nella progettazione e realizzazione di SPA e aree wellness, che aveva completato oltre 400 progetti di hotel di alta gamma in tutto il mondo. È lì che mi sono innamorata della progettazione wellness.
Ho visto come ogni scelta, dall’architettura della luce alla tattilità dei materiali, potesse influenzare direttamente la salute e l’equilibrio interiore. Da allora è stato chiaro per me: voglio dedicare il mio lavoro a creare spazi che favoriscano il benessere, rigenerino le energie e ispirino uno stile di vita più armonioso.

Cosa significa per te “wellness” a livello personale e in che modo questa definizione influenza il tuo lavoro professionale?

Per me il wellness è un modo di prendersi cura di sé stessi e degli altri. Lo vivo come un equilibrio tra corpo, mente ed emozioni; come un punto di riferimento nella vita quotidiana; e come un’armonia con le condizioni esterne, la natura, l’aria fresca, la luce, la qualità ecologica dell’ambiente e il tessuto sociale in cui viviamo.
Non riesco davvero a separare l’influenza del wellness sul mio lavoro, perché il wellness è il mio stile di vita. Le mie abitudini, le passeggiate nei boschi, lo yoga, la meditazione, lo sport, un’alimentazione equilibrata e relazioni sane e rispettose modellano la mia visione del mondo e mi aiutano a percepire ciò che conta davvero in uno spazio. Per me progettare ambienti wellness non è un compito da completare, ma un modo di condividere uno stile di vita attraverso il design.

Quando progetti spazi che non sono SPA, come uffici, strutture ricettive o residenze, in che modo la tua concezione del wellness influenza le tue scelte?

Vedo il wellness come un approccio universale, applicabile a qualsiasi contesto. Negli uffici significa creare condizioni che rigenerino l’energia: illuminazione di qualità, elementi biofili, quiete acustica e spazi pensati sia per la concentrazione sia per l’interazione.
Negli hotel si traduce nella coreografia dei percorsi, nella sensazione di comfort e cura, e nella percezione di trovarsi in un luogo sufficientemente sicuro da potersi rilassare completamente. Nelle abitazioni significa rispettare i ritmi e le abitudini di ciascuna famiglia, bilanciando privacy e momenti di condivisione.
In definitiva, un progetto guidato dal benessere si pone una sola domanda: come influirà questo spazio su una persona, sulla sua salute, sulle sue emozioni e sensazioni? Anche in un ufficio o in una camera d’hotel, voglio che le persone percepiscano lo stesso livello di attenzione e cura che si aspetterebbero in una SPA.

Hai lavorato a progetti SPA in diversi paesi e contesti culturali. In che modo le tradizioni locali e le aspettative influenzano le tue scelte progettuali?

Le tradizioni locali sono sempre il mio punto di partenza. La progettazione wellness non può seguire uno schema universale; deve riflettere lo spirito del luogo e rispettarne la cultura. Le aspettative variano: in alcune regioni le tradizioni del bagno privilegiano il calore e la socialità; altrove, privacy e silenzio sono fondamentali; in altri contesti, i rituali legati all’acqua hanno un ruolo centrale.
Quando si integrano questi codici culturali con concetti contemporanei di comfort e salute, si creano spazi non solo funzionali e belli, ma profondamente autentici, in cui gli ospiti percepiscono che i loro valori e quelli del territorio sono compresi e rispettati.

Qual è il tuo approccio all’uso dell’acqua nella progettazione delle SPA e nei rituali wellness? Ci sono modi particolari in cui ti piace integrarla nel percorso dell’ospite?

Per me l’acqua è l’elemento centrale nella progettazione wellness. Simboleggia purificazione, rinnovamento e ritorno ai ritmi naturali. Imposta il ritmo dello spazio: a volte stimolante ed energizzante, altre volte dolce e meditativo.
Sono particolarmente attratta dai percorsi doccia esperienziali, dalle cascate con getti differenziati e dagli scenari d’acqua interattivi. Mi piace che l’acqua occupi un ruolo centrale nel percorso wellness, accogliendo l’ospite, guidandolo nello spazio, sorprendendolo e aiutandolo a lasciarsi andare. Spesso sono i piccoli dettagli a fare la differenza: il suono dell’acqua, i riflessi, la sensazione tattile al contatto.
L’acqua ha un potere raro: ci connette alla natura e, allo stesso tempo, a noi stessi. Per questo la integro non solo come funzione, ma come vero e proprio accento emotivo dell’intera esperienza SPA.

Cosa rende una SPA davvero memorabile per l’ospite, non solo bella, ma coinvolgente a livello emotivo?

La bellezza è solo l’inizio. Un’impressione duratura nasce quando la cura si percepisce non solo a livello intellettuale, ma anche fisico ed emotivo.
Lo spazio deve adattarsi alla persona, rispecchiare il suo stato d’animo e i suoi pensieri in quel momento. Dovrebbe quasi avvolgere l’ospite, aiutandolo a rilassarsi e riposare, o, al contrario, a sentire un dolce impulso di energia.
È fondamentale che l’ospite non si limiti a osservare l’ambiente, ma lo viva pienamente. Una sorpresa gentile, una scena d’acqua, giochi di luce, un angolo tranquillo per la solitudine creano una memoria emotiva.
Le persone non vanno via pensando solo “era bello”, ma con un profondo senso di rigenerazione e ispirazione. È questo coinvolgimento emotivo a rendere una SPA davvero indimenticabile.

Puoi raccontare un progetto SPA particolarmente significativo che rappresenti la tua filosofia di design e cosa lo ha reso speciale?

Un progetto particolarmente significativo per me è un wellness hotel sul Mar Baltico, realizzato sul sito di un sanatorio tedesco per bambini del XIX secolo. Dove un tempo la guarigione iniziava con sale, acqua e silenzio, abbiamo creato un luogo di recupero, ispirazione e longevità di nuova generazione.
In questo progetto la mia filosofia si sviluppa su tre livelli. Primo, il rispetto per la storia e i dettagli: conservare la muratura originale, far entrare nelle stanze la foresta e la costa, e riflettere la regione attraverso colori e materiali. Secondo, la percezione emotiva: luce soffusa, toni ambrati e superfici tattili che invitano il corpo al rilassamento. Terzo, il pensiero strategico: qui il design wellness non è solo cura della persona, ma anche un valore per il business, favorendo soggiorni più lunghi, maggiore fidelizzazione e un’identità di marca distintiva.
Unisce passato, presente e futuro: mantiene l’anima del luogo, offre emozione nell’immediato e costruisce valore nel lungo periodo. Per me, questa è l’essenza del design wellness.

Visiti spesso le SPA personalmente? E quando lo fai, che tipo di esperienze o ambienti ti attraggono di più?

Non direi di essere una frequentatrice abituale di SPA; per me le visite hanno più una funzione di ricerca professionale che di svago. Osservo attentamente come lo spazio agisce sui sensi, come fluiscono i percorsi, dove sono prese le decisioni più efficaci e dove invece ci sono delle lacune.
Detto questo, sono una grande ammiratrice degli hotel SPA austriaci. La loro filosofia risuona con me: un equilibrio tra tradizione e visione contemporanea, silenzio, cura dei dettagli e profondo rispetto per il corpo. Prediligo spazi senza eccessi, naturali e studiati, in cui si percepisce il legame con la natura e ci si può davvero distaccare dal mondo esterno.

Da designer, quando visiti una SPA, quali sono gli errori o i difetti progettuali più comuni che noti?

Il problema più comune è la mancanza di un percorso wellness coerente per l’ospite. Gli spazi possono essere tecnicamente ben attrezzati e visivamente attraenti, ma fallire nel funzionare come un’esperienza unica e armoniosa.
I problemi più frequenti sono di natura logistica e tecnica: percorsi poco studiati, transizioni fredde tra le diverse aree, docce o spogliatoi collocati in modo scomodo, contrasti di temperatura troppo marcati, tutti elementi che compromettono immediatamente la percezione di cura. Poi ci sono le criticità tecnologiche: acustica insufficiente, impianti rumorosi, ventilazione non regolata correttamente o illuminazione che stona con il ritmo del relax.
Spesso queste problematiche derivano da una scarsa comprensione dei processi operativi: cosa dovrebbe accadere in una determinata stanza? Come si muove il terapista? Di cosa ha bisogno per erogare il trattamento? Cosa percepisce l’ospite in quel momento? Se un progettista ignora questi aspetti, lo spazio può sembrare impressionante ma andare contro la logica dell’esperienza wellness.
Un altro difetto ricorrente è l’eccesso di stimoli. Quando una SPA diventa un “set” pieno di effetti scenografici, si distoglie dall’essenziale: il rilassamento e il recupero. La progettazione wellness riguarda il rispetto dello stato interiore dell’ospite e delle necessità professionali del personale; dove questo rispetto manca, l’armonia è difficile da raggiungere.

Guardando al futuro, cosa si aspetterà l’ospite della SPA di domani e come dovrebbero prepararsi i designer a questo cambiamento?

L’ospite della SPA di domani cercherà non solo servizi, ma un’esperienza olistica di recupero e supporto alla salute. Sempre più persone riconoscono il valore della prevenzione, del benessere a lungo termine e di un rapporto più consapevole con se stessi. Le aspettative si sposteranno da “poche ore in un luogo bello” a “un’esperienza profonda e personalizzata che influisce realmente sulla salute e sulla qualità della vita”.
Per i designer, questo significa che gli spazi devono essere flessibili e adattabili a scenari diversi e a bisogni individuali. Occorre integrare un approccio scientifico, dalla gestione della luce e dell’acustica, a strategie biofiliche e tecnologie per il monitoraggio dello stato fisico e mentale, senza però perdere l’anima del luogo. Framework internazionali come il WELL Standard aiutano a definire parametri misurabili su come l’ambiente influisce sulla salute.
Sempre più, gli spazi wellness saranno legati al paradigma della longevità: non solo relax e recupero, ma prevenzione e supporto dell’età biologica e della qualità della vita futura.
I progetti che uniscono scienza, natura ed emozione non resteranno solo rilevanti, ma diventeranno essenziali.

È stato un viaggio stimolante nel cuore della progettazione delle SPA, alla scoperta della visione, dell’esperienza e delle competenze di Irina Siridova. La ringraziamo per aver condiviso le sue riflessioni e per aver mostrato come un design attento possa trasformare gli spazi wellness in esperienze immersive e significative.
Il team di Aquaform è grato per questa opportunità e attende con entusiasmo di vedere il suo approccio innovativo continuare a plasmare il futuro delle esperienze SPA.

- Team Aquaform

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